Il successore dello ZX81 di indiscussa fama e successo fu lo ZX Spectum, creato e prodotto dal 1982 fino al 1986 dalla Sinclair Research Ltd prima, poi dal 1986 al 1992 dalla Amstrad.
Venne commercializzato come ZX Spectrum, con il quale si voleva sottolineare la possibilità di visualizzare immagini con un ampio spettro di colori, una innovazione rispetto agli ZX80 e ZX81, poiché i due computer precedenti non disponevano né di suono né di colore. La nuova macchina fece il suo debutto alla fine del 1982 in due versioni, rispettivamente con 16 kB e 48 kB di memoria. Le caratteristiche che attiravano di più gli acquirenti erano il prezzo e la linea essenziale, risultati ottenuti concentrando molta dell'elettronica in un solo chip di tipo uncommitted logic array, prodotta su commissione dalla Ferranti.
Lo ZX Spectrum fu venduto in milioni di unità, principalmente in Europa, e riscosse immediatamente un notevole interesse. Le prime crisi settoriali dopo il natale del 1984 e la concorrenza, soprattutto del Commodore 64 e dell'Amstrad CPC 464, compromisero solo in parte la sua quota di mercato; il fallimento dell'azienda produttrice fu determinato da altri progetti di Sinclair che si rivelarono infruttuosi, come lo ZX Microdrive ed il Sinclair C5, un veicolo elettrico per il trasporto urbano.
L'evoluzione dello Spectrum, il Sinclair QL - che in Italia fu presentato nel settembre del 1984 allo SMAU di Milano - si era rivelato troppo costoso come macchina da gioco e non abbastanza affidabile per un uso professionale, principalmente proprio a causa delle memorie di massa su microdrive.
Verso la fine del 1984 i sintomi di questa difficoltà divennero visibili: agli imbarazzanti ritardi sul programma di lancio del QL si aggiunse la notizia del ritiro dal mercato della Timex Corporation, che distribuiva dei computer Sinclair negli USA come Timex Sinclair 2068.
Lo Spectrum+, sebbene sostenuto in Italia da una ragionevole campagna di marketing consisteva in un semplice restyling: di fatto si trattava di un 48K dotato di tastiera rigida (venne venduto anche un kit per sostituire la tastiera del 48K "classico" con quella del "Plus"). Nonostante tutto a fine anno la Sinclair deteneva ancora il 43% del mercato britannico superando, almeno sul suolo del Regno Unito, Commodore e Acorn.
Lo ZX Spectrum era basato sul microprocessore a 8 bit Zilog Z80A ed originariamente era dotato di 16 kB di ROM contenenti il linguaggio BASIC, di 16 kB di RAM, espandibili a 48 kB, e di una caratteristica tastiera in lattice con 40 tasti multifunzione. L'interprete BASIC integrato, denominato Sinclair BASIC, venne fortemente personalizzato dalla Sinclair Research Ltd per compensare i limiti della tastiera e per sfruttare al massimo le caratteristiche grafiche e sonore della macchina. Le specifiche tecniche e hardware principali sono:
- processore Zilog Z80A a 3,5 MHz
- 16 kB ROM contenente il sistema operativo e l'interprete BASIC
- 16 kB RAM (espandibili a 48 kB) o 48 kB RAM nella versione Spectrum48 kB
dimensioni: 233 mm (larghezza) x 144 mm (profondità) x 30 mm (altezza)
La memoria di massa principale utilizzata da tutti i modelli di Spectrum è il registratore a cassette, collegabile mediante un connettore jack, e tutto il software prodotto era disponibile su nastro.
Per la generazione dei suoni lo ZX Spectrum è dotato solo di un semplice buzzer, teoricamente in grado di generare esclusivamente segnali a onda quadra. Grazie alla discreta velocità di calcolo del microprocessore questi limiti sono stati comunque spesso superati con accorgimenti software: tramite accurate temporizzazioni infatti i programmatori riuscirono nella sintesi granulare di svariati effetti sonori, brani polifonici e anche un primitivo tipo di sintesi vocale.
Lo ZX Spectrum opera costantemente in modalità grafica, e la sua memoria video può essere indirizzata direttamente. La mappa dello schermo prevede 256x192 pixel, e il font di caratteri, di dimensioni 8x8 pixel, permette la visualizzazione di 24 righe da 32 caratteri. Con l'utilizzo di caratteri più compatti i programmatori arrivarono comunque a ottenere fino a 85 caratteri per riga, sebbene raramente si superasse il limite delle 64 colonne.
A differenza delle console per videogiochi dell'epoca (e di diversi home-computer indirizzati al mercato dei videogiochi), l'hardware dello ZX Spectrum non implementava un chip grafico in grado di generare i cosiddetti ‘sprite’ , né vi erano porte joystick di serie. La velocità del processore e la possibilità di un accesso relativamente veloce alla pagina video permisero ugualmente la creazione di una vasta libreria di videogiochi che sfruttavano ingegnosi trucchi di programmazione per animare figure sullo schermo.
fonte wikipedia